Giovedì i procuratori francesi hanno chiesto pene detentive fino a cinque anni per tredici membri di un gruppo di estrema destra noto come Barjols, che hanno pianificato attacchi a funzionari, migranti e persino l’assassinio del presidente Emmanuel Macron, nell’ambito di un processo contro di loro per appartenenza a un gruppo terroristico.
Durante l’udienza, l’accusa ha indicato che «la minaccia rappresentata dai sospetti era molto reale» e ha detto che il Barjols era «un incubatore di progetti di azioni violente da parte di alcuni dei suoi membri», secondo il quotidiano francese Le Progrès.
Gli imputati, membri di un gruppo di estrema destra, sono comparsi in un tribunale di Parigi da tre settimane per i loro presunti piani di attacco a Macron nel 2018 e di atti violenti contro migranti musulmani e funzionari eletti. L’ufficio del procuratore ha sottolineato che «non è più accettabile incontrarsi per parlare di uccidere i migranti di quanto lo sia per i jihadisti incontrarsi per uccidere gli ‘infedeli'».
A questo proposito, ha sottolineato che tra aprile e giugno 2018, il gruppo aveva ordito «un improbabile piano per un colpo di Stato militare» che ha poi portato a pianificare «una dinamica di violenza che si è intensificata» fino all’arresto dei quattro principali sospetti a Moselle nel novembre 2018. Il presidente si trovava in quel momento nel dipartimento in occasione del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale.
L’accusa ha quindi chiesto cinque anni di carcere contro i presunti capibanda del gruppo, Mickael Iber e Jean-Pierre Bouyer, per i piani del gruppo di «accoltellare» il presidente durante gli eventi, anche se gli imputati hanno sostenuto che si trattava solo di parole e che non avevano alcuna intenzione reale di agire per assassinare Macron.
Fonte: (EUROPA PRESS)