
L’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Josep Borrell, ha dichiarato mercoledì che l’invio di jet da combattimento all’Ucraina non è per il momento nell’agenda europea, dopo aver ipotizzato che si tratta di una questione divisiva tra i 27 Paesi dell’UE.
In un incontro con i giornalisti a Bruxelles, il capo della diplomazia dell’UE ha insistito sul fatto che la fornitura di questo tipo di armi «non è all’ordine del giorno al momento» e ha riconosciuto che si tratta di una questione «molto controversa» tra gli Stati membri.
Questo dopo che la Francia ha spalancato le porte alla fornitura di aerei da combattimento a Kiev, in contrasto con altri alleati come Stati Uniti, Germania e Regno Unito, che si sono dimostrati riluttanti a compiere questo passo. Le autorità ucraine hanno già sottolineato che i jet da combattimento occidentali sono i prossimi nella loro «lista dei desideri».
«Il mio compito è quello di cercare di ottenere il consenso e uno dei modi migliori è quello di non prendere posizioni che possano mettere a rischio il consenso», ha dichiarato l’Alto rappresentante, secondo cui l’UE dovrebbe ora concentrarsi sul mantenere la parola data e inviare sul campo di battaglia i carri armati impegnati in Ucraina.
«Non è così facile. Hanno bisogno di molti requisiti per funzionare, questioni logistiche, manutenzione, preparazione, trasporto, formazione», ha sostenuto Borrell, sottolineando l’importanza che l’UE invii il numero massimo di carri armati dello stesso tipo.
Sull’andamento della guerra in Ucraina, Borrell ha sottolineato che la Russia sta minacciando un attacco dal nord, non escludendo un attacco dal territorio della Bielorussia, al fine di sparpagliare le truppe ucraine sulla linea del fronte. «Non credo che accadrà, ma non si sa mai», ha detto, avvertendo che se Mosca lancerà una nuova offensiva, su qualsiasi fronte, sarà prima che i carri armati occidentali raggiungano l’esercito ucraino.
In ogni caso, ha ribadito il messaggio di continuare a sostenere militarmente l’Ucraina fino a quando durerà la guerra e ha descritto la decisione della scorsa settimana di fornire carri armati come «un grande passo avanti».
Alla domanda se l’aumento del sostegno militare all’Ucraina rappresenti un rischio di escalation, l’ex ministro spagnolo ha minimizzato, sottolineando che la questione è sempre stata sul tavolo fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina e che c’erano già voci che avvertivano del rischio di escalation da quando il blocco ha preso la decisione senza precedenti di inviare armi a un Paese in guerra.
DECIMO PACCHETTO DI SANZIONI Per quanto riguarda i negoziati all’interno dell’UE per un nuovo pacchetto di sanzioni, che secondo varie fonti sarà pronto per l’anniversario dell’invasione russa, l’Alto rappresentante ha assicurato che l’UE-27 sta studiando restrizioni per tagliare tutti i legami tecnologici tra la Russia e l’Occidente, in modo da ridurre la sua capacità di sfruttare le risorse naturali e di produrre armi.
«Dobbiamo cercare le cose che possono essere sanzionate perché quasi tutto è già stato fatto», ha riconosciuto, senza specificare se il decimo ciclo di sanzioni potrebbe riguardare il settore nucleare russo.
Fonte: (EUROPA PRESS)