I consiglieri dell’Istituto nazionale elettorale messicano (INE) Lorenzo Córdova e Ciro Murayama hanno avvertito che la riforma elettorale voluta dal presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, nota come Piano B, potrebbe minacciare la libertà di voto e provocare una situazione di violenza.
Per Córdova e Murayama questa riforma ha «avvelenato gli ingredienti» per chiedere l'»annullamento» delle elezioni del 2024, oltre a portare a conflitti pre- e post-elettorali che potrebbero anche manifestarsi con la violenza.
«Se le riforme dovevano evitare il conflitto, questa riforma antidemocratica favorisce il conflitto», ha avvertito Murayama, che considera il piano B «una decisione di una maggioranza che se ne è fregata dell’opinione dell’opposizione e che si è imposta da sola; una maggioranza, potremmo dire, tirannica».
Se la proposta venisse infine applicata, «potremmo avere una regressione democratica» «che è assolutamente indesiderabile» e «ciò che la democrazia suppone come negazione potrebbe installarsi nel Paese, ovvero la violenza», secondo le parole di Córdova.
Questa riforma «apre la porta al fatto che non avendo la certezza che le elezioni si possano svolgere, che possano essere massicciamente annullate, che possano provocare nullità». «Questo genererà un contesto di instabilità sociale e politica che potrebbe portare alla violenza», ha aggiunto.
D’altra parte, il governo e il suo partito difendono la necessità di questa riforma, che mira a evitare «eccessi e abusi» da parte dell’INE, secondo le parole del presidente nazionale del partito Morena, Mario Delgado Carrillo.
«Dal primo febbraio, quando inizierà la legislatura, i nostri deputati spingeranno per la riforma elettorale, il cui unico obiettivo è rafforzare la nostra vita democratica», ha sottolineato.
Per Delgado, le elezioni del 2024 sono fondamentali perché definiranno se «il governo di Andrés Manuel López Obrador è un capitolo isolato nella storia o se effettivamente realizzeremo una svolta, un cambiamento storico».
Fonte: (EUROPA PRESS)