
Le autorità nigeriane hanno annunciato sabato la morte in un’imboscata militare di Dogo Maikasuwa, leader di un importante gruppo di «banditi» nello Stato di Kaduna.
Maikasuwa, noto anche come «Dogo Millonaire», operava con i suoi compari nell’area locale di Kajuru, dove ha orchestrato numerosi rapimenti e uccisioni, seguendo il tradizionale modus operandi di queste organizzazioni che da anni portano scompiglio nelle aree remote della Nigeria.
Secondo il Commissario per la sicurezza interna e gli affari interni dello Stato di Kaduna, Samuel Aruwan, «Dogo Millionaire» ha condotto una serie di attacchi e rapimenti di cittadini lungo la strada Kaduna-Kachia e nelle comunità di Chikun e Kajuru.
Il defunto era conosciuto come uno dei «banditi più letali» della regione e il suo gruppo è accusato di giustiziare gli ostaggi se riteneva che il riscatto fosse insufficiente.
Le forze di sicurezza hanno «neutralizzato con successo il capo dei banditi e recuperato un fucile d’assalto AK-47, un caricatore, cinque munizioni, due motociclette e un’uniforme militare mimetica».
«Gli altri banditi sono fuggiti con ferite da arma da fuoco. Si è appreso inoltre che uno di loro è morto per le ferite riportate nella feroce battaglia e i suoi resti sono stati portati via da altri elementi in fuga», ha dichiarato Aruwan al quotidiano nigeriano «Premium Times».
Maikasuwa è caduto in un’imboscata delle forze di sicurezza nigeriane in una foresta nella zona di Gengere-Kaso, tra le due comunità.
I «banditi» di Kaduna sono diventati un flagello per le autorità del Paese, che sono arrivate a dichiarare queste organizzazioni come gruppi terroristici per facilitare le operazioni di sicurezza.
Questo non ha impedito loro di continuare ad agire nella quasi totale impunità in attacchi che seguono lo stesso schema: entrano in moto nei villaggi dello Stato, aprono il fuoco indiscriminato sui residenti, rapiscono alcuni dei sopravvissuti e fuggono prima che le autorità possano reagire.
Tra i «banditi» ci sono anche i gruppi armati che intervengono per conto di una parte o dell’altra nei numerosi scontri intercomunitari che da decenni affliggono lo Stato africano e i rapitori specializzati nel furto di istituti scolastici nel nord-ovest del Paese, come nello Stato di Zamfara.