Il Presidente colombiano Gustavo Petro ha escluso la presenza delle Forze Armate nella squadra ufficiale per il tavolo principale dell’eventuale dialogo con la guerriglia dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), pochi giorni dopo aver ratificato con la sua firma la legge sulla «pace totale» approvata dal Congresso.
Questa decisione è diversa da quella del Ministro della Difesa, Iván Velázquez, che era favorevole alla partecipazione dei militari ai colloqui di pace con l’ELN su questioni specifiche. Tuttavia, Petro ha preso la strada opposta, secondo fonti governative consultate da Caracol Radio.
Per il momento, il governo sta ancora lavorando sui nomi dei candidati che occuperanno il tavolo di dialogo e rivedendo alcuni aspetti tecnici e protocollari per poter riprendere ufficialmente questo processo, motivo per cui la scadenza fissata a novembre come data di inizio potrebbe essere prorogata nel tempo.
La «pace totale» annunciata da Petro è una delle promesse della sua campagna elettorale, durante la quale ha messo in discussione i metodi dei governi precedenti per porre fine a un conflitto interno che si trascina da più di mezzo secolo.
Questi nuovi colloqui sono rivolti ai gruppi armati di natura politica, il che significa che non potranno partecipare i dissidenti delle ormai defunte FARC, né le squadre paramilitari, che il governo ha sottolineato saranno soggette alla giustizia ordinaria.
I colloqui tra l’ELN e il governo colombiano si sono interrotti nel gennaio 2019, dopo che i guerriglieri hanno attaccato una scuola di polizia, ferendo una ventina di persone e un centinaio di altre in risposta al rifiuto dell’allora presidente Iván Duque di andare avanti, cosa che è stata criticata anche in termini di attuazione degli accordi di pace con le FARC.