
Martedì, esperti indipendenti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani hanno chiesto giustizia per le vittime della repressione del colpo di Stato dell’ottobre 2021 in Sudan.
Gli esperti hanno chiesto un’effettiva assunzione di responsabilità per «spezzare il ciclo della violenza» nel Paese africano. A tal fine, hanno chiesto un meccanismo di giustizia indipendente per affrontare le violazioni dei diritti umani commesse durante le proteste e fornire adeguate riparazioni.
«Perseguire i colpevoli, compresi i comandanti di alto livello responsabili di queste violazioni, è fondamentale per garantire una transizione sostenibile del Sudan verso un governo civile e democratico credibile», hanno dichiarato in un comunicato.
Nell’ultimo anno il team delle Nazioni Unite ha ricevuto numerose testimonianze di manifestanti uccisi, fatti sparire con la forza, feriti, torturati e sottoposti a violenza sessuale e di genere.
Secondo quanto riferito, le forze di sicurezza congiunte hanno regolarmente usato la forza letale, direttamente o sparando indiscriminatamente sui manifestanti. Le tattiche illegali hanno causato la morte di almeno 117 manifestanti e il ferimento grave di circa 7.700 manifestanti, tra cui migliaia di bambini, secondo i casi documentati dagli operatori sanitari sudanesi. La maggior parte delle ferite è stata causata dall’uso di armi da fuoco o gas lacrimogeni.
Inoltre, centinaia di persone sono state arrestate senza un regolare processo per aver esercitato il loro diritto di riunione pacifica. Tra gli arrestati, numerosi casi hanno subito torture e maltrattamenti in custodia, mentre altri sono stati sottoposti a sparizione forzata.
Ci sono anche segnalazioni di donne vittime di violenza di genere, tra cui abusi e stupri di gruppo.
Tutte queste violazioni dei diritti umani sono state commesse nell’ambito di misure di emergenza, con le quali le autorità hanno concesso alle forze di sicurezza poteri estesi e immunità dai processi, si legge nella lettera del team investigativo.
«Se queste atrocità non verranno affrontate, se alle vittime verranno ancora una volta negati giustizia e risarcimenti e se le voci dei manifestanti non verranno ascoltate, il ciclo di sconvolgimenti politici e brutali repressioni del Sudan continuerà e la crisi umanitaria si aggraverà», hanno aggiunto.
A questo proposito, gli esperti hanno chiesto «un meccanismo di responsabilità indipendente, efficace e dotato di risorse adeguate, incentrato sulle vittime». Nel frattempo, hanno esortato a prendere «provvedimenti seri» per concludere le indagini presumibilmente in corso da parte della commissione nazionale.
«Le autorità sudanesi hanno l’obbligo di porre fine all’impunità e di risarcire le vittime e le loro famiglie», hanno ribadito gli esperti, sottolineando che l’attuazione di queste misure è «fondamentale per i colloqui politici in corso e per il processo di transizione del Paese».