L’ONU invita il presidente ugandese a non promulgare una delle peggiori leggi anti-LGBTI del mondo

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File – Il Presidente ugandese Yoweri Museveni pronuncia un discorso durante l’insediamento del Presidente keniota William Ruto. – John Ochieng/SOPA Images via ZUM / DPA

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, ha espresso mercoledì la sua preoccupazione per l’adozione da parte dell’Uganda di una legge che aumenta le pene detentive per le relazioni omosessuali e ha invitato il presidente Yoweri Museveni a non promulgare una riforma che «è probabilmente una delle peggiori al mondo nel suo genere».

Per Turk, l’approvazione della riforma da parte del Parlamento ugandese è «preoccupante», in quanto propone di punire la comunità LGTBI «semplicemente per il fatto di esistere, di essere ciò che sono». A suo avviso, sarebbe una «carta bianca» per la «violazione sistematica» dei diritti umani e alimenterebbe l’odio sociale.

La legge confonde rapporti consensuali e non consensuali», secondo Turk, che ha esortato le autorità del Paese africano a perseguire gli abusi «in tutte le loro forme», indipendentemente dal genere o dall’orientamento sessuale della persona che li commette. A questo proposito, ha osservato che «la legge sarà un’enorme distrazione» dal prendere le «necessarie» misure contro la violenza sessuale.

Il testo criminalizza la semplice identificazione come LGTBI, con pene fino all’ergastolo e persino la pena di morte se classificata come «omosessualità aggravata», nei casi in cui si ritiene che manchi il consenso o sia coinvolta la coercizione. Chi promuove relazioni omosessuali rischia fino a 20 anni di carcere.

Inoltre, Turk paventa punizioni contro giornalisti, operatori sanitari e difensori dei diritti umani «semplicemente per aver fatto il loro lavoro», in un contesto in cui la persecuzione delle persone LGBTI era già palpabile, come hanno cercato di dimostrare i «coraggiosi» attivisti e parlamentari che hanno alzato la voce contro la legge.

Le Nazioni Unite avevano già rilevato un aumento dei discorsi d’odio contro la popolazione LGBTI e hanno fatto eco a uno studio di un gruppo della società civile che ha riferito che nel solo mese di febbraio ci sono stati più di 110 incidenti contro questa comunità, dagli arresti agli sfratti, passando per abusi sessuali e molestie pubbliche.

NON UNA QUESTIONE DI »VALORI» La riforma »non solo è in conflitto con gli articoli della Costituzione ugandese che sanciscono l’uguaglianza e la non discriminazione», ma contravviene a tutti gli »obblighi legali internazionali» di cui l’Uganda è firmataria e mette »in grave pericolo» i diritti più elementari dei cittadini ugandesi, secondo Turk.

Il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani ha sottolineato che «non si tratta di valori», in relazione all’argomento ricorrente per giustificare questo tipo di legislazione, poiché «promuovere la violenza e la discriminazione contro le persone solo per ciò che sono e per chi amano è sbagliato», indipendentemente da come si voglia argomentare.

Fonte: (EUROPA PRESS)