L’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza del Paese, Dmitry Medvedev, ha dichiarato che la decisione della Corte penale internazionale (CPI) di emettere un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin avrà »conseguenze mostruose».
Medvedev ha inquadrato il mandato come parte del «collasso» del sistema di giustizia internazionale, esemplificato da una CPI la cui efficienza è «pari a zero». In questo senso, ha suggerito che nel caso di Putin non sussiste nessuna delle ipotesi che consentirebbero di processarlo all’Aia: la Russia non è internamente in una posizione di debolezza che le impedisca di mantenere il sistema attuale, né ha perso alcuna guerra.
Tali passi, ha aggiunto, faranno sì che nessuno si rivolgerà più al diritto internazionale per chiedere aiuto e che i Paesi negozieranno tra di loro. Il declino dell’intero sistema di relazioni internazionali si avvicina. La fiducia è andata persa», ha dichiarato Medvedev, collocando la Corte penale internazionale in un’orbita di interessi che comprende anche gli Stati Uniti.
Oltre a Putin, la Corte dell’Aia ha nominato come latitante anche l’alto funzionario russo per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova, in entrambi i casi sospettata della deportazione forzata di bambini ucraini nelle aree occupate nell’est del Paese.
Fonte: (EUROPA PRESS)