Secondo le autorità turche e siriane, il bilancio delle vittime dei terremoti di lunedì vicino al confine tra Turchia e Siria è di 8.164 persone, mentre il numero dei feriti è salito a più di 39.200 in un bilancio non ancora definito.
Il vicepresidente della Turchia Fuat Otkay ha dichiarato che in Turchia sono morte 5.894 persone e 34.810 sono rimaste ferite.
Il governo di Recep Tayyip Erdogan ha istituito un Centro di gestione delle crisi presso il Ministero della Difesa per «affrontare questa grande catastrofe», al fine di trasportare il personale di soccorso e le attrezzature tramite un ponte aereo.
Il Ministro della Difesa Hulusi Akar ha precisato che 2.600 soccorritori sono stati trasferiti da varie parti del Paese nei luoghi colpiti, insieme a 78 veicoli, altri materiali e 75 aerei, ha riferito l’agenzia di stampa Anatolia.
Nel frattempo, il terremoto ha provocato 1.250 morti e 2.054 feriti nelle aree della Siria controllate dalle autorità, secondo i dati del Ministero della Salute siriano pubblicati sul suo profilo sul social network Facebook. Questi dati corrispondono alle province di Aleppo, Hama, Latakia, Tartus e alle aree di Idlib in mano alle forze governative.
«Siamo in una corsa contro il tempo e stiamo lavorando con il massimo delle energie disponibili e con la collaborazione di tutte le parti», si legge in un comunicato del ministero della Sanità siriano, che precisa che l’esecutivo del Paese ha rivisto le misure di emergenza che regolano la situazione.
Oltre ai dati del governo siriano, più di 1.020 persone sono state uccise e 2.400 ferite nelle aree controllate dai ribelli nelle province di Idlib e Aleppo (nord-ovest), secondo quanto riportato dalla Difesa civile siriana, nota come «caschi bianchi», sul suo account Twitter, dove ha lamentato la «catastrofe e la devastazione» causate dal terremoto.
I Caschi Bianchi hanno dichiarato che più di 360 edifici sono stati completamente distrutti, mentre più di mille sono stati «gravemente distrutti».
Fonte: (EUROPA PRESS)