Il segretario esecutivo della Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL), José Manuel Salazar, ha sottolineato che per promuovere una transizione idrica «equa e sostenibile» è necessario un impulso agli investimenti pubblici e privati pari all’1,3% del PIL regionale nei prossimi dieci anni.
All’apertura della terza edizione dei Dialoghi regionali sull’acqua, il capo della commissione regionale ha esortato i Paesi a promuovere gli investimenti nei servizi idrici per migliorare il benessere e la qualità della vita della popolazione e rilanciare l’economia della regione.
«Gli investimenti per aumentare la copertura idrica e i servizi igienico-sanitari genererebbero 3,6 milioni di posti di lavoro verdi nella regione e costituirebbero un asse di ripresa trasformativa delle economie dei Paesi, aumentandone la resilienza ai cambiamenti climatici. È uno sforzo notevole, ma non impossibile», ha dichiarato.
Durante l’incontro regionale, i Paesi elaboreranno, per la prima volta nella storia, un’Agenda d’azione regionale per l’acqua, che permetterà all’America Latina e ai Caraibi di arrivare «con una sola voce» all’incontro di marzo presso la sede delle Nazioni Unite.
I disastri meteorologici legati all’acqua hanno rappresentato l’88% degli eventi verificatisi nella regione negli ultimi tre decenni, con un impatto economico «molto elevato», che ha raggiunto il 77% dei costi economici dichiarati e l’89% del numero totale di persone colpite da tutti i fenomeni avversi.
A questo proposito, Salazar ha ricordato che lo sviluppo delle attività umane ed economiche dipende dal ciclo naturale dell’acqua e dai suoi flussi, per cui è necessario riconoscere che l’acqua è «chiave» e «trasversale» per tutti i settori, e in particolare per i principali settori identificati dalla CEPAL come «motori e trasformatori», tra cui la bioeconomia, le energie rinnovabili, la biodiversità, l’economia circolare e il turismo sostenibile.
Allo stesso modo, il direttore della CEPAL ha dichiarato che, sebbene l’acqua sia un diritto umano «riconosciuto» dal 2010, in America Latina e nei Caraibi gran parte della popolazione non dispone ancora di servizi idrici e igienico-sanitari gestiti in modo sicuro.
In cifre, il 25% degli abitanti della regione non ha accesso all’acqua potabile (161 milioni di persone), mentre il 66% della popolazione della regione (431 milioni di persone) non ha accesso a servizi igienici gestiti in modo sicuro.
Fonte: (EUROPA PRESS)