
Il Consiglio permanente dell’Organizzazione degli Stati americani (OSA) ha invitato le autorità peruviane a convocare al più presto le elezioni politiche e a garantire la governabilità, citando l’attuale situazione del Paese.
In particolare, la missione permanente dell’OSA in Perù ha esortato le istituzioni peruviane a «garantire l’istituzionalità e la governance democratica attraverso il rapido svolgimento di elezioni generali eque, libere e trasparenti, con l’osservazione elettorale internazionale», come espresso in un comunicato firmato da 24 Paesi della regione.
In questo senso, l’organizzazione ha sottolineato l’importanza di attuare «una risposta urgente da parte dello Stato», inquadrata dagli «standard interamericani di necessità, legalità, proporzionalità, ragionevolezza e altri standard ampiamente accettati».
Ha inoltre chiesto l’adozione di misure efficaci per garantire la responsabilità di tutti gli atti di violenza e distruzione che si sono verificati nel Paese e ha sottolineato la decisione del governo peruviano di fornire le strutture necessarie alla Procura per indagare, perseguire e punire i responsabili delle violazioni dei diritti umani.
Nel frattempo, i Paesi firmatari – tra cui Stati Uniti, Cile, Messico e Colombia – hanno espresso il loro impegno a favore della democrazia e dello Stato di diritto in Perù e nell’emisfero, nonché la loro costernazione per la violenza e la repulsione per gli scontri che hanno causato 58 morti.
«L’OSA ribadisce l’invito a tutti i settori della società peruviana a rispettare i diritti di riunione e di protesta, che devono essere esercitati pacificamente, e a riprendere il dialogo e costruire il consenso per superare la situazione attuale», si legge nella lettera.
Così, la missione permanente dell’organizzazione in Perù ha evidenziato la sua preoccupazione sia per le denunce di uso eccessivo della forza che per le violazioni degli spazi accademici.
Il Perù sta attraversando una profonda crisi politica in seguito alla destituzione da parte del Congresso dell’ex presidente Pedro Castillo, che il 7 dicembre scorso ha annunciato lo scioglimento del Parlamento andino e l’istituzione di un governo speciale.
Dopo l’arresto dell’ex presidente, decine di migliaia di persone hanno manifestato in varie parti del Paese per chiedere le dimissioni del presidente Dina Boluarte, lo scioglimento del Congresso e la convocazione urgente di elezioni presidenziali. Da allora, più di 60 persone sono state uccise negli scontri tra manifestanti e forze di sicurezza.
Fonte: (EUROPA PRESS)






