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Il presidente del Congresso peruviano rinvia a martedì il voto sull’anticipazione delle elezioni al 2023.

Roberto De Luca

2023-01-31
Archivio
Archivio – Il presidente del Congresso peruviano, José Williams – CONGRESO DE PERÚ

Il presidente del Congresso peruviano, José Williams, ha rinviato a martedì prossimo la votazione per decidere sull’eventuale anticipazione delle elezioni presidenziali al 2023 anziché al 2024, come inizialmente votato il 20 dicembre.

La decisione del presidente del Parlamento andino è arrivata dopo quasi sei ore di dibattito tra la Commissione per la Costituzione e i diversi banchi parlamentari, durante le quali non è stato raggiunto alcun accordo, riporta «La República».

Per questo motivo, la votazione si terrà martedì 31 gennaio, termine ultimo per stabilire se il Congresso peruviano voterà a favore dell’anticipazione delle elezioni al 2023, come proposto dalla presidente del Perù, Dina Boluarte, e come richiesto dai partecipanti alle proteste in corso in tutto il Paese.

La sospensione della sessione arriva dopo che sabato Williams è stato costretto a rinviare il voto a lunedì 30 gennaio, quando il Congresso ha votato contro la proposta del presidente del Comitato per la Costituzione e membro della Fuerza Popular pro-Fujimori, Hernando Guerra García.

La sinistra ha respinto la misura, sostenendo che un nuovo processo elettorale dovrebbe includere un’Assemblea Costituente, ritenendo che la proposta avanzata da Fuerza Popular fosse «fraudolenta».

Nel frattempo, poche ore prima, il primo ministro del Perù, Alberto Otárola, ha dichiarato che l’esecutivo è in attesa della decisione del Parlamento di anticipare le elezioni generali al 2023, esortando i membri del Congresso a votare con «senso di urgenza» a causa della situazione del Paese.

«Ribadisco che attendiamo questa decisione, fermo restando che tutti i banchi democratici discuteranno e sono sicuro che hanno un alto senso di urgenza per la situazione del Paese», ha dichiarato in una dichiarazione dall’esterno del Palazzo del Governo, riportata dall’emittente radiofonica RPP.

Tuttavia, la presidente del Perù, Dina Boluarte, ha annunciato domenica due progetti di riforma costituzionale per indire elezioni generali quest’anno nel caso in cui il Congresso non approvi definitivamente l’anticipazione delle elezioni.

Una delle sue proposte prevede che le elezioni si tengano la seconda domenica di ottobre, il 15, mentre il secondo turno si terrebbe a dicembre.

In secondo luogo, ha indicato che il secondo progetto di legge è una riforma della Costituzione del 1993 da parte del prossimo Parlamento eletto che, dopo l’approvazione da parte del Congresso, dovrà essere sottoposta a referendum affinché i cittadini possano decidere se la riforma è approvata.

«La proposta dell’Esecutivo con questa iniziativa legislativa cerca un’ampia partecipazione dei cittadini, soprattutto di quei settori della società che sono più esclusi», ha detto, dopo aver sostenuto che «questo progetto di legge si adatta perfettamente alle aspettative di un settore del Congresso».

Il presidente peruviano ha anche criticato il Parlamento per non essere riuscito finora ad approvare l’anticipo elettorale, nonostante le massicce manifestazioni in corso lo richiedano.

«Il Congresso della Repubblica stava discutendo di anticipare le elezioni al 2023. E come già sappiamo a quest’ora, (è stato) un dibattito sterile (in cui) non si è ottenuto nulla di concreto se non il ripensamento che domani sarà discusso e che, speriamo, meriti una seconda riflessione, data la gravità della situazione», ha lamentato Boluarte.

Il Perù sta attraversando una profonda crisi politica in seguito alla destituzione da parte del Congresso dell’ex presidente Pedro Castillo, che il 7 dicembre scorso ha annunciato lo scioglimento del Parlamento andino e la creazione di un governo speciale.

Dopo l’arresto dell’ex presidente, decine di migliaia di persone hanno manifestato in varie parti del Paese per chiedere le dimissioni del presidente Dina Boluarte, lo scioglimento del Congresso e la convocazione urgente di elezioni presidenziali. Da allora, più di 60 persone sono state uccise negli scontri tra manifestanti e forze di sicurezza.

Fonte: (EUROPA PRESS)

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