
La Corte interamericana dei diritti umani (CIDH) ha condannato lunedì lo Stato colombiano per lo sterminio dei militanti e dei seguaci dell’Unione patriottica (UP), un partito di sinistra che negli anni ’80 e ’90 ha perso circa 6.000 elettori a causa dei gruppi armati e delle forze dell’ordine.
Secondo la Corte, la rapida ascesa del partito tra l’elettorato, soprattutto nelle aree a tradizionale presenza guerrigliera, ha portato a «un’alleanza» tra i paramilitari e ampi poteri economici e politici tradizionali per «contrastare» la spinta del partito nel nuovo scenario politico.
Questi crimini hanno contato sulla «partecipazione di agenti statali e con la tolleranza e l’acquiescenza delle autorità» e allo stesso tempo «le indagini su questi atti di violenza non sono state efficaci e sono state caratterizzate da alti livelli di impunità», secondo la sentenza, che è stata ripresa dai media colombiani.
La Corte ha sottolineato che se da un lato la sentenza rappresenta una forma simbolica di riparazione, dall’altro ha ordinato allo Stato di adottare alcune misure per completare la riparazione delle persone colpite, tra cui un’indagine efficace per stabilire la verità sull’accaduto, il recupero dei resti delle vittime e un esplicito riconoscimento della responsabilità delle autorità.
La sentenza rimprovera inoltre alle autorità di allora non solo di non aver protetto i simpatizzanti e gli attivisti dell’UP, ma anche di aver «contribuito» e «partecipato» agli attacchi, danneggiando così la reputazione e l’onore delle vittime e creando un clima di totale vulnerabilità per loro.
Prima dell’annuncio della sentenza, il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha pubblicato sul suo profilo Twitter un’anteprima del contenuto della sentenza, sottolineando che lo «Stato assassino» non dovrebbe mai tornare.
«La giustizia internazionale nasce quando gli Stati non sono in grado di giudicare i crimini peggiori: i crimini contro l’umanità. Questo governo sosterrà la giustizia nazionale e internazionale contro l’impunità», ha scritto Petro.
Il presidente ha spiegato che il suo progetto di pace non riguarda solo i gruppi armati, ma anche «quella società di privilegi» a cui si riferisce la sentenza, e a cui chiede di consentire le riforme necessarie per percorrere «un cammino di maggiore giustizia sociale». «Questa è la pace. La mano è ancora tesa. Ma non pensate che questo governo sia in ginocchio», ha detto il presidente colombiano.
L’UP si è costituita come organizzazione politica nel maggio 1985, a seguito di un processo di pace tra il governo dell’allora presidente Belisario Betancur e la guerriglia delle FARC, ormai sciolta. I crimini commessi successivamente contro il partito, considerati crimini contro l’umanità dalla Procura Generale, hanno un proprio processo giudiziario nell’ambito della Giurisdizione Speciale per la Pace (JEP), Caso 06.
Il PEC stima in 5.733 il numero dei membri del partito assassinati, tra cui diversi deputati in carica e persino due candidati alla presidenza, Jaime Pardo Leal nel 1986 e Bernardo Jaramillo Ossa nel 1990, oltre a centinaia di funzionari locali.
Fonte: (EUROPA PRESS)






