Benedetto XVI critica l'»intolleranza» delle società occidentali «contro la fede cristiana» in un libro postumo di riflessioni teologiche scritte dopo le sue dimissioni nel 2013, alcune delle quali inedite. Il volume sarà pubblicato in Italia venerdì 20 gennaio.
Secondo il quotidiano francese «La Croix», il Papa tedesco, morto il 31 dicembre, ha ordinato la distruzione dei suoi appunti personali, rivelati dal suo segretario personale negli ultimi due decenni, ma ha autorizzato la pubblicazione di questi testi.
Questo volume, che raccoglie i testi che ho scritto nel monastero Mater Ecclesiae, sarà pubblicato dopo la mia morte», ha scritto Benedetto XVI a proposito del libro intitolato «Che cos’è il Cristianesimo. Quasi un testamento spirituale». Si tratta di una raccolta di 16 testi, la maggior parte dei quali scritti intorno al 2018. Nello specifico, si tratta di discorsi, lettere e articoli, alcuni dei quali già noti, ma cinque, in parte, inediti. Dal punto di vista dei contenuti, essi trattano, tra l’altro, il dialogo islamo-cristiano, la definizione del concetto di religione e il significato di comunione.
Il Papa tedesco la definisce la sua «ultima opera e contiene il testo inedito intitolato «Monoteismo e tolleranza», in cui il Papa tedesco critica duramente «la crescente intolleranza esercitata proprio in nome della tolleranza» nelle società contemporanee.
«In effetti, lo Stato moderno del mondo occidentale si considera in parte una grande potenza di tolleranza, che rompe con le tradizioni insensate e pre-razionali di tutte le religioni», scrive Benedetto XVI. Inoltre, afferma che attraverso la «manipolazione radicale dell’uomo» e «l’alterazione dei sessi attraverso l’ideologia di genere» la società contemporanea si «oppone al cristianesimo».
Per Benedetto XVI, che basa la sua riflessione su alcuni passi dell’Antico Testamento, «il pensiero moderno non vuole più riconoscere la verità dell’essere, ma vuole prendere il potere sull’essere». Vuole rimodellare il mondo secondo i propri bisogni e desideri».
Allo stesso modo, Benedetto XVI critica il «relativismo contemporaneo», la «pretesa dittatoriale di avere sempre ragione» e «l’abbandono dell’antropologia cristiana e dello stile di vita che ne deriva, considerandola pre-razionale». L’intolleranza di questa apparente modernità nei confronti della fede cristiana», sottolinea Benedetto XVI, «non si è ancora trasformata in aperta persecuzione. Tuttavia, sta diventando sempre più autoritaria, cercando di portare, attraverso la legislazione che ne deriva, all’estinzione di ciò che è cristiano nella sua essenza».
Il libro del Papa tedesco contiene anche una versione modificata di un testo sul sacerdozio, che ha suscitato qualche polemica nel 2019, quando è apparso pubblicato in un libro co-autore del cardinale Robert Sarah («Dal profondo del nostro cuore»), poco prima del Sinodo di Amazon, che ha aperto il dibattito sulla necessità del celibato sacerdotale.
La pubblicazione di questo libro ha scatenato un’intensa diatriba, con alcuni settori della Curia romana che hanno messo in dubbio la volontà di Benedetto XVI di rendere effettivamente pubblico il testo.
Con l’inserimento del testo in questo nuovo volume, voluto e ideato da Benedetto XVI e affidato alle cure del suo biografo italiano Elio Guerriero, sembra che il Papa emerito abbia fatto propria questa riflessione e non abbia voluto che fosse destinata esclusivamente a un uso privato.
Dopo aver sviluppato vari aspetti teologici sul significato dell’Eucaristia e sul ruolo del sacerdote, il predecessore di Francesco conclude che il sacerdozio è legato a una «astinenza ontologica» e che «la capacità di rinunciare al matrimonio per essere totalmente a disposizione del Signore è diventata un criterio per il ministero sacerdotale».
Questo lavoro, portato avanti da un Papa che ha tenuto a distinguere, durante il suo pontificato, la sua attività di teologo dal magistero papale, non era stato pianificato dopo le sue dimissioni nel 2013. «Quando l’11 febbraio 2013 ho annunciato la mia rinuncia al ministero di successore di Pietro, non avevo in mente cosa avrei fatto nella mia nuova situazione», spiega Benedetto XVI nel breve prologo che introduce il testo. «Ero troppo stanco per poter pianificare altro lavoro», sostiene.
Ma l’allora Papa emerito dice di aver ripreso lentamente «il suo lavoro teologico» dopo l’elezione di Papa Francesco. «Così, nel corso degli anni, ha preso forma una serie di contributi di piccole e medie dimensioni, che vengono presentati in questo volume», spiega.
Fonte: (EUROPA PRESS)