
Le milizie che operano nella provincia di Ituri, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), hanno ucciso almeno un centinaio di civili in meno di un mese, secondo fonti della società civile locale.
Nella regione sono attivi quattro gruppi armati principali: le Forze Democratiche Alleate (ADF), il Fronte per la Resistenza Patriottica dell’Ituri (FRPI), la Cooperativa per lo Sviluppo del Congo (CODECO) e la Forza Patriottica e Integrazionista del Congo (FPIC).
La loro attività ha portato il governo congolese a dichiarare lo stato di emergenza nel maggio 2021, tuttora in vigore, nel tentativo di contenere un violento conflitto armato. Va ricordato che le Nazioni Unite hanno ritenuto l’ADF responsabile dell’esecuzione di almeno 1.200 civili in quell’anno.
Secondo il rapporto presentato giovedì da gruppi della società civile della provincia, e riportato da Radio Okapi, lo stato d’assedio non ha raggiunto il suo obiettivo e ha finito per trasformare la regione in una bolla di combattimenti e assalti che sono costati, solo tra il 6 e il 10 gennaio, la vita a 34 civili e a migliaia di sfollati.
Di conseguenza, il presidente della società civile dell’Ituri, Dieudonné Lossa, ha chiesto al governo di convocare «urgentemente» un dialogo per revocare lo stato di emergenza.
Al contrario, il governatorato militare dell’Ituri sostiene che la situazione della sicurezza «è migliorata in modo significativo». Secondo la sua versione, diversi villaggi sono tornati sotto il controllo delle forze armate della RDC e molti sfollati sono tornati nei loro villaggi, in particolare sull’asse Komanda-Bunia, uno degli ex punti caldi del conflitto.
Fonte: (EUROPA PRESS)