
Il ministro degli Esteri messicano Marcelo Ebrard ha escluso l’estradizione immediata negli Stati Uniti di Ovidio Guzmán, figlio del narcotrafficante «El Chapo», arrestato giovedì a Sinaloa.
Ebrard ha dichiarato che esiste una richiesta di estradizione da parte del governo statunitense nei confronti del figlio dell’ex leader del Cartello di Sinaloa, ma ha insistito sul fatto che le autorità statunitensi non hanno comunicato con la controparte messicana.
«Non potremmo procedere all’estradizione oggi, domani, dopodomani in queste circostanze. Dobbiamo rispettare le formalità», ha dichiarato, come riportato dal quotidiano ‘El Universal’.
«Più tardi vedremo se gli Stati Uniti possono estradarlo», ha detto il capo della diplomazia messicana, assicurando che Washington «deve motivare, argomentare e sostenere l’estradizione» affinché il processo possa iniziare, secondo un’intervista rilasciata al media «Informador».
Alla domanda se l’arresto di Ovidio Guzmán sarà uno «scambio» prima dell’incontro con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden la prossima settimana, Ebrard ha negato questa possibilità e ha precisato che «questa operazione è stata tenuta in estrema segretezza» senza che ci sia stata «intermediazione o consultazione politica nel gabinetto».
Le autorità messicane hanno assicurato che l’arresto di Guzmán è stato un «colpo clamoroso» per i vertici del cartello del Pacifico.
L’esercito ha mobilitato le sue truppe a Sinaloa in risposta ai disordini della città. L’ufficio del governatore di Sinaloa ha comunicato la morte di due agenti di polizia, mentre 18 persone sono rimaste ferite.
Le autorità messicane hanno trasferito Guzmán in elicottero nel carcere di massima sicurezza di Altiplano, nello Stato del Messico, dove è stato ricoverato giovedì pomeriggio dopo essere atterrato a bordo di un elicottero ufficiale.
Guzmán sta trascorrendo la prima notte nella prigione in cui è stato imprigionato suo padre, «El Chapo», sotto strette misure di sicurezza, poiché è stato circondato da agenti di sicurezza pesantemente armati, secondo quanto riportato dai media messicani.
Decine di agenti sono stati dislocati all’esterno del carcere, formando un anello di sicurezza, accompagnati da veicoli blindati.
Fonte: (EUROPA PRESS)






