
La Guida suprema iraniana Ali Khamenei ha sottolineato mercoledì che le donne che indossano l’hijab in modo da non coprire completamente il capo non devono essere accusate di essere «irreligiose» o «controrivoluzionarie», in mezzo alle proteste che si sono susseguite da settembre per la morte in carcere di Mahsa Amini, arrestata perché avrebbe indossato il velo in modo non corretto.
«L’hijab è indubbiamente una necessità secondo la Sharia, ma questa necessità inviolabile non deve portare ad accusare chi non lo indossa di essere totalmente irreligioso o controrivoluzionario», ha detto, prima di fare appello al «buon senso», secondo l’agenzia di stampa iraniana Tasnim.
Ha ricordato che anni fa aveva chiesto «perché le donne che portavano parte dei capelli al di fuori dell’hijab venivano accusate» e ha insistito sul fatto che «portare il velo in questo modo non è corretto, ma non significa che questa persona debba essere considerata al di fuori del cerchio della religione e della rivoluzione».
Khamenei ha anche sottolineato che prima della Rivoluzione islamica del 1979 «c’erano solo poche donne impegnate nella scienza e nella ricerca, ma la rivoluzione ha portato a un aumento del numero di donne istruite, tanto che in pochi anni il numero di studentesse supererà quello degli studenti maschi».
In questo senso, ha chiesto un aumento della rappresentanza femminile nelle posizioni decisionali, nel quadro di un incontro con le donne in occasione dell’anniversario della nascita di Fatima, figlia di Maometto.
«Sono state fatte delle raccomandazioni. Se Dio vuole, si troveranno soluzioni a questi problemi. Alcuni suggerimenti potrebbero essere legati al Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale. Potrebbero essere discussi lì o altrove, soprattutto per quanto riguarda l’impiego in posizioni decisionali delle nostre donne intelligenti, abili, esperte e sagge», ha sottolineato la Guida suprema iraniana.
Khamenei ha ribadito che «è una questione importante» che «occupa la sua mente» e ha chiesto di trovare «una soluzione». «Vedremo cosa possiamo fare», ha dichiarato, prima di criticare la posizione «ipocrita» dei Paesi occidentali che hanno sostenuto le manifestazioni delle ultime settimane, duramente represse dalle forze di sicurezza.
«Il mondo è responsabile. Quando parlo di mondo intendo il mondo occidentale, la filosofia occidentale e la cultura occidentale esistente. L’Occidente moderno. Non sto parlando dell’Occidente storico, che è una questione completamente diversa. L’Occidente moderno è quello che da circa 200 anni esprime la propria opinione su tutti gli aspetti della vita. Chiediamo loro delle risposte. La colpa della questione femminile è loro. Hanno causato danni. Hanno commesso dei crimini», ha ribadito.
Fonte: (EUROPA PRESS)






