
L’Unione europea attende che l’indagine giudiziaria belga sulla presunta corruzione di eurodeputati da parte del Qatar produca «fatti comprovati» prima di valutare se adottare misure diplomatiche come la convocazione dell’ambasciatore del Qatar presso il blocco.
«Se la domanda è se abbiamo convocato l’ambasciatore del Qatar, la risposta è ‘no'», ha detto il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) Peter Stano, rispondendo alle domande dei giornalisti a Bruxelles, dopo aver specificato che la giustizia belga sta indicando un non meglio identificato «Paese del Golfo» nelle sue comunicazioni ufficiali sul caso di corruzione e organizzazione criminale.
Al Parlamento europeo, dove una delle sue vicepresidenti, Eva Kaili, è stata incriminata per aver accettato tangenti, ha puntato direttamente sul Qatar sia durante il dibattito di martedì sia nella risoluzione che sta ultimando per chiedere che i rappresentanti di questo Paese non abbiano accesso al Parlamento europeo.
«Le indagini sono ancora in corso, sono sotto il controllo della giustizia belga, stiamo aspettando di vedere quali sono i risultati, quali sono i fatti confermati», ha detto Stano, aggiungendo che «se ci sono fatti, reagiremo di conseguenza».






