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Il ‘signore della guerra’ Bosco Ntaganda trasferito in un carcere belga per scontare la sua pena

Roberto De Luca

2022-12-14
Archivio
Archivio – Il signore della guerra Bosco Ntaganda durante il suo processo davanti alla CPI – TPI

Il «signore della guerra» Bosco Ntaganda, condannato a 30 anni di carcere per crimini di guerra e contro l’umanità nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), è stato trasferito in Belgio mercoledì per scontare la sua pena nel carcere di Leuze-en-Hainaut, come ha confermato la Corte penale internazionale (CPI).

«La CPI dipende dal sostegno degli Stati per l’esecuzione delle sue sentenze e apprezza la cooperazione volontaria del governo belga in questo caso», ha dichiarato il cancelliere della CPI Peter Lewis, secondo una dichiarazione pubblicata dall’organismo sul suo sito web.

Le persone condannate dalla CPI scontano la loro pena in uno Stato designato dalla Corte da un elenco di Paesi che hanno indicato la loro disponibilità ad accogliere tali persone nelle loro prigioni. Ntanganda è stato condannato nel 2019 per 18 capi d’accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità per azioni commesse tra il 2002 e il 2003 nella provincia di Ituri, nella RDC orientale.

La condanna a 30 anni di carcere contro Ntaganda, noto come «lo sterminatore», sarà ridotta dei sei anni trascorsi sotto la custodia della CPI tra marzo 2013 e novembre 2019. La sentenza è stata confermata nel marzo 2021 dalla Camera d’Appello della CPI, una decisione che è ora definitiva.

Inoltre, nel marzo 2021 il tribunale ha concesso un risarcimento di 30 milioni di dollari (25,25 milioni di euro) per le vittime di Ntanganda, comprese le vittime dirette e indirette dei suoi attacchi, i «bambini soldato», le vittime che sono state schiave sessuali o violentate e i bambini nati in seguito a queste due situazioni.

La CPI ha emesso un mandato di arresto per Ntaganda nel 2006, ma l’arresto è avvenuto solo nel 2013, mentre il processo è iniziato nel 2015. L’ex leader dei ribelli è stato accusato di essere uno dei principali capi del gruppo ribelle M23, che ha mantenuto una ribellione nell’est del Paese tra il 2012 e il 2013 e che negli ultimi mesi ha riacceso le ostilità nell’est della RDC, accentuando la crisi diplomatica tra Kinshasa e Kigali.

Il «signore della guerra» era anche il capo della milizia del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP) e un ex membro dell’Esercito Patriottico Ruandese, oltre a essere accusato di essere il «numero due» delle Forze Patriottiche per la Liberazione del Congo (FPLC), il braccio armato dell’Unione dei Patrioti Congolesi.

Ntaganda si è consegnato nel 2013 all’ambasciata statunitense in Ruanda, chiedendo di essere consegnato alla CPI dopo essere apparentemente fuggito dalla RDC a causa di dispute interne ai gruppi armati. I pubblici ministeri hanno affermato che Ntaganda non solo ha commesso personalmente crimini come l’omicidio e lo stupro, ma ha ordinato e supervisionato le sue truppe a commettere atrocità simili.

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