Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha invitato i governi locali delle regioni del Paese a dimezzare il prezzo del carbone a fronte della crisi energetica e dei notevoli aumenti dei prezzi.
Il governo federale ha incontrato serie difficoltà nel raggiungere un accordo sull’energia e ha esortato gli Stati a fissare il prezzo per tonnellata di carbone a 125 dollari australiani (circa 80 euro), meno della metà dell’attuale prezzo di mercato.
Con questa misura, le autorità cercano di ridurre la pressione sulla popolazione e di diminuire il costo delle bollette domestiche per il prossimo anno, anche se molti hanno messo in guardia sulle possibili conseguenze economiche della misura sulle aziende energetiche e sui produttori di carbone.
Albanese, tuttavia, spera di ottenere un accordo e ha sottolineato l’importanza di controllare l’aumento dei prezzi. Tuttavia, le obiezioni delle autorità locali si sono recentemente intensificate, poiché i rapporti presentati dal governo centrale non presentano studi sui possibili impatti economici.
«Se riusciamo a elaborare un regolamento che ponga una serie di limiti all’aumento di questi prezzi, questa sarà la nostra preferenza», ha dichiarato alla ABC Radio, senza però negare che le tasse per i produttori e gli esportatori saranno aumentate.