
La Difesa civile libanese ha riferito giovedì che i vigili del fuoco hanno spento un incendio all’interno del porto di Beirut, dove il 4 agosto 2020 un’esplosione di centinaia di tonnellate di nitrato di ammonio ha causato più di 200 morti.
«Elementi della Protezione civile hanno spento un incendio scoppiato all’interno di una nave da crociera abbandonata nel porto di Beirut alle 14.45 (ora locale) di oggi», hanno dichiarato i servizi di emergenza libanesi sul loro profilo Twitter ufficiale.
Un altro incendio è scoppiato il giorno precedente in container situati nell’infrastruttura portuale libanese, che sono stati messi sotto controllo dai vigili del fuoco, anche se le cause di entrambi gli incendi non sono ancora note, secondo il quotidiano «L’Orient le Jour».
Le esplosioni del 2020 hanno provocato più di 200 morti e circa 6.500 feriti, sfollando circa 300.000 persone e causando ingenti danni materiali alla città, il cui porto è stato distrutto, inducendo a trasferire le operazioni di importazione al porto di Tripoli, molto più piccolo e con minore capacità.
I disordini popolari sono aumentati a causa dello stallo delle indagini sull’esplosione e dei ritardi nella revoca dell’immunità di ex ministri e parlamentari convocati dalla magistratura libanese per testimoniare nell’ambito dell’inchiesta.
Inoltre, il Paese sta affrontando una grave crisi economica iniziata nel 2019 e aggravata da una prolungata paralisi politica e dall’impatto della pandemia di coronavirus, che ha portato a un aumento della povertà.






