![I membri di Avanza País incontrano l'OAS I](https://www.news360.es/wp-content/uploads/2022/12/fotonoticia_20221201075516_1920-4.jpg)
Il partito politico conservatore del Perù Avanza País ha annunciato mercoledì che non siederà al tavolo con il nuovo primo ministro del Paese, Betssy Chávez, dopo che il capo del governo ha convocato una riunione di tutti i partiti politici del Paese nel tentativo di «costruire ponti».
Secondo un comunicato, Avanza País ha respinto la proposta di Chávez, affermando che lei e i ministri del suo gabinetto dovrebbero essere licenziati e squalificati per presunta violazione della Costituzione, lo stesso motivo per cui lunedì hanno presentato una mozione di censura contro l’intero governo.
In particolare, il partito accusa il governo peruviano di aver interpretato il «netto rifiuto» da parte del Congresso della proposta di modifica della legge che regola le convocazioni referendarie come una negazione della fiducia.
«L’interpretazione della negazione della fiducia, contraria alla legge, che lei e altri membri del suo gabinetto avete dato dovrebbe comportare il suo licenziamento e la sua squalifica. Per queste ragioni, vi informiamo che abbiamo deciso di non partecipare all’incontro proposto», ha dichiarato il partito conservatore nella lettera.
Il primo ministro del Perù, Betssy Chávez, ha convocato una riunione dei portavoce di tutti i partiti politici presenti nel Parlamento andino con l’obiettivo di «costruire ponti» tra un esecutivo e un legislativo sempre più distanti.
«Al fine di avviare un dialogo democratico per costruire ponti, nell’interesse del rispetto dello stato di diritto costituzionale, delle istituzioni democratiche e della separazione dei poteri, vi invito a tenere una riunione di coordinamento e di lavoro», ha scritto Chávez ai gruppi parlamentari.
L’appello all’armonia giunge appena un giorno dopo che il parlamentare non raggruppato Edward Málaga ha presentato una nuova mozione di censura contro il presidente del Paese, Pedro Castillo, sostenendo la sua «incapacità» di svolgere le funzioni di capo di Stato.
L’esecutivo e il legislativo peruviano sono stati ripetutamente in disaccordo negli ultimi mesi, da quando Castillo è entrato in carica nel luglio dello scorso anno. Da allora, il parlamento ha presentato numerose mozioni di censura contro i ministri e lo stesso presidente e ha cacciato i membri del gabinetto.
In questi poco più di 16 mesi, il presidente Castillo è stato costretto a rinnovare il suo esecutivo in quattro occasioni, nominando un totale di cinque primi ministri, alcuni dei quali in carica da appena sette giorni, come nel caso di Héctor Valer.