Le autorità iraniane hanno categoricamente respinto le accuse degli Stati Uniti di aver intercettato le armi degli Huthi nello Yemen e hanno sottolineato che stanno rispettando le risoluzioni delle Nazioni Unite sull’embargo nei confronti del Paese asiatico.
La missione permanente dell’Iran presso le Nazioni Unite ha dichiarato che le accuse di Washington sono «prive di fondamento» e ha sottolineato che Teheran «non ha intrapreso alcuna azione contro la risoluzione e sta collaborando attivamente con il comitato per le sanzioni istituito per monitorare l’embargo (sullo Yemen)».
L’Iran sta facendo del suo meglio per ripristinare l’accordo di tregua e facilitare il dialogo tra i gruppi yemeniti il prima possibile per raggiungere la pace e la stabilità nello Yemen», ha dichiarato l’emittente iraniana Press TV.
La Quinta flotta statunitense ha dichiarato martedì di aver intercettato un «peschereccio» nel Golfo di Oman che trasportava «aiuti letali», tra cui «una grande quantità di materiali esplosivi», dall’Iran allo Yemen.
«Le forze statunitensi hanno scoperto più di 70 tonnellate di perclorato di ammonio, un potente ossidante spesso usato per produrre carburante per razzi e missili, oltre che esplosivi», ha dichiarato, sottolineando che «questo è il primo sequestro di perclorato di ammonio da parte della Quinta Flotta nella storia».
La guerra in Yemen contrappone il governo riconosciuto a livello internazionale, ora rappresentato dal Consiglio presidenziale e sostenuto dalla coalizione internazionale guidata dall’Arabia Saudita, agli Huthi sostenuti dall’Iran. Gli Huthi controllano la capitale, Sana’a, e parti del nord e dell’ovest del Paese.
L’inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Hans Grundberg, sta cercando di riavvicinare le parti per rilanciare il processo di pace, dopo che la tregua concordata in aprile per l’inizio del mese di Ramadan è scaduta in ottobre ed è stata successivamente prorogata più volte.
