
Il viceministro degli Esteri russo Sergei Verhsinin ha dichiarato che il rinnovo dell’accordo sull’esportazione di grano ucraino e fertilizzanti russi nel bel mezzo del conflitto ucraino è una questione irrisolta a sei giorni dalla data inizialmente prevista per l’entrata in vigore dell’estensione del patto.
«No», ha risposto seccamente il viceministro alla domanda, prima di ricordare che «tutte le circostanze dovranno essere prese in considerazione» una volta che l’accordo iniziale scadrà il 18 novembre.
«Dobbiamo tenere conto di tutto, e non possiamo dimenticare gli attacchi terroristici compiuti dalla parte ucraina sul ponte di Crimea, compreso l’attacco terroristico nelle acque al largo di Sebastopoli, dove sono dispiegate le navi che forniscono un corridoio umanitario», ha detto il vice ministro.
Verhsinin si riferiva al presunto attacco di droni della Russia al porto alla fine del mese scorso, per il quale ha accusato l’Ucraina e il Regno Unito, che hanno negato qualsiasi coinvolgimento.
Il viceministro ha anche fatto eco alle critiche del presidente russo Vladimir Putin sul percorso di queste spedizioni, che secondo Mosca sono destinate principalmente ai Paesi europei piuttosto che alla popolazione del continente africano, una priorità viste le esigenze alimentari del grano ucraino.
«Il percorso solleva dubbi, per usare un eufemismo», ha ribadito il ministro nelle dichiarazioni riportate dall’agenzia di stampa russa TASS.
«Ci dicono che arrivano in Europa per un ulteriore trattamento, ma poi vediamo dove finiscono: un conto è se finiscono in Africa o in America Latina, ma se finiscono in Europa e ci dicono che questi carichi serviranno a combattere la fame, ci troveremo in una situazione assolutamente ipocrita», ha avvertito.