
Il Ministero degli Esteri venezuelano ha respinto sabato l’estensione di misure individuali «restrittive» fino al novembre 2023 contro 17 persone legate al governo del presidente Nicolás Maduro, per «azioni persistenti che minano la democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani».
Tra i nomi più importanti ci sono quelli del Ministro degli Interni e della Giustizia, Remigio Ceballos Ichaso; dell’ex presidente del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), Tibisay Lucena; e del magistrato della Camera di Cassazione Penale della Corte Suprema di Giustizia, Maikel Moreno.
Soprattutto, il ministro degli Esteri venezuelano, Carlos Faría, ha espresso il suo disappunto per il fatto che questa proroga sia stata annunciata nello stesso giorno in cui il presidente francese, Emmanuel Macron, «ha espresso pubblicamente la sua volontà di sostenere i negoziati tra il governo venezuelano e un settore dell’opposizione».
Il governo e l’opposizione venezuelani si sono incontrati venerdì a Parigi, convocati dal presidente francese, che vuole approfittare della riconfigurazione in atto in America Latina e costringere le parti a sedersi a dialogare per risolvere una crisi politica che ha portato il Paese iberoamericano a una drammatica situazione umanitaria.
La cornice scelta sarà il Forum di pace di Parigi, dove è previsto un incontro a porte chiuse tra i negoziatori del regime di Nicolás Maduro e la Piattaforma Unitaria, che riunisce i principali partiti di opposizione, con il capo dell’Assemblea Nazionale pro-Chávez, Jorge Rodríguez, e il capo negoziatore dell’opposizione Gerardo Blyde, a capo delle rispettive delegazioni.
«È incoerente e costituisce uno schiaffo all’iniziativa francese denominata Forum per la pace», ha affermato.
«Questa decisione anacronistica è un tentativo di insistere su una strategia completamente sbagliata, con la quale l’UE non è riuscita, negli ultimi cinque anni, a raggiungere il suo obiettivo di rovesciare il governo bolivariano, né ad allontanare il nostro popolo dal corso politico sancito dalla nostra Costituzione», ha denunciato Faría.
Nella sua nota pubblicata su Twitter, Faría condanna le «sanzioni illegali e criminali applicate al popolo venezuelano» e garantisce che il Paese continuerà a «difendere la sua sovranità sulla base dei suoi principi costituzionali».
«Ripudiamo la folle politica di ricorrere a questi strumenti di ricatto politico, contrari ai principi democratici e che istituiscono una pericolosa pratica contraria ai principi del diritto internazionale e della coesistenza pacifica tra gli Stati», ha aggiunto.