
Il presidente boliviano Luis Arce ha annunciato venerdì di aver fissato la data del censimento della popolazione per il 23 marzo 2024, un mese prima di quanto inizialmente previsto, invocando la «pace» nella città di Santa Cruz.
In un messaggio televisivo, Arce ha ripercorso l’intero processo di socializzazione e accordo tecnico per definire la data del Censimento tra le autorità dipartimentali e municipali e le 11 università pubbliche, con l’accompagnamento di esperti del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) e del Centro Demografico Latinoamericano e dei Caraibi (CELADE), ha riferito l’ABI.
«Non possiamo più continuare a rimandare, soprattutto quando i leader che rappresentano una parte di Santa Cruz, non tutta, mantengono la posizione di non raggiungere accordi. In democrazia coesistono posizioni diverse, ma democrazia significa anche prendere decisioni a beneficio delle maggioranze», ha affermato il presidente boliviano.
In questo senso, il censimento nazionale della popolazione e delle abitazioni sarà effettuato il 23 marzo 2024 e, sulla base dei risultati preliminari, la distribuzione delle risorse della compartecipazione fiscale sarà effettuata nel settembre 2024, un mese prima di quanto inizialmente proposto ai tavoli di dialogo.
A Santa Cruz ci sono stati 22 giorni di proteste per chiedere che il governo tenga il censimento nel 2023 per anticipare la riscossione dei benefici dai cittadini boliviani, secondo l’agenzia. In questa città, dove si trova il motore economico del Paese, l’opposizione a Luis Arce ha un peso maggiore.
Dopo non aver raggiunto un accordo con il Comitato interistituzionale che guidava le proteste a Santa Cruz, il governo ha annunciato la formazione di un comitato tecnico con rappresentanti di organizzazioni internazionali per definire la data del censimento e quindi sedare le manifestazioni.
In seguito alla nuova decisione di Arce, egli ha chiesto il ritorno alla calma e alla normalità a Santa Cruz, dove è in corso uno sciopero civico segnato dalla violenza.
«Chiedo a tutte le correnti democratiche del nostro Paese, e a quelle che esistono all’interno del Comitato interistituzionale, di fermare la violenza e i tentativi di rompere l’ordine costituzionale che alcune delle loro fazioni stanno portando avanti», ha chiesto.
Il cosiddetto «movimento civico» della Bolivia ha iniziato sabato scorso uno sciopero nazionale a tempo indeterminato per chiedere la realizzazione del Censimento nel 2023, anziché nel 2024 come proposto dal governo boliviano, poiché questa registrazione condiziona la distribuzione degli aiuti tra le regioni del Paese.