
Il governo libanese ha consegnato venerdì all’Iraq Abdullah Yasser Al Sabawi, nipote del dittatore iracheno Saddam Hussein, cinque mesi dopo il suo arresto per il possibile coinvolgimento in uno dei più grandi massacri commessi dall’organizzazione jihadista dello Stato Islamico, quello perpetrato nel 2014 nell’accademia militare irachena di Camp Speicher, in cui furono giustiziati più di mille cadetti e miliziani sciiti.
L’arresto di Abdullah Yasser Sabawi al-Hasan, nipote di Sabawi Ibrahim al-Hasan, fratellastro del dittatore, è stato finalmente annunciato dall’Agenzia nazionale di sicurezza libanese ad agosto, dopo settimane di notizie non verificate sul suo arresto.
«Le formazioni di polizia dell’Interpol presso la Direzione della polizia araba e internazionale del Ministero dell’Interno, dopo uno sforzo eccezionale e una ricerca di intelligence, sono riuscite a recuperare gli accusati, in conformità con le disposizioni dell’articolo 4 del terrorismo della Repubblica libanese», ha dichiarato il Ministero dell’Interno iracheno in un comunicato sul suo sito web.
Sabawi è stato arrestato il 13 giugno nella città libanese di Jbeil sulla base di un mandato di arresto dell’Interpol per i suoi presunti legami con lo Stato Islamico e, nello specifico, per il suo possibile collegamento con il massacro di Camp Speicher.
Il detenuto si era rifugiato in Libano nel 2018 con la sua famiglia, dopo aver vissuto in Yemen in seguito alla caduta del regime di Hussein.
Lo zio di Abdullah, Saad Sabawi Ibrahim al-Hasan, ha denunciato al canale Al Arabiya l’esistenza di una «cospirazione internazionale» per organizzare la consegna del nipote che, se processato e riconosciuto colpevole delle accuse a suo carico, potrebbe essere giustiziato per impiccagione, come suo nonno.
Il massacro di Camp Speicher è avvenuto il 12 giugno 2014, quando lo Stato Islamico ha ucciso tra i 1.095 e i 1.700 cadetti iracheni e miliziani sciiti dopo aver preso d’assalto la struttura nella provincia irachena di Tikrit.
Al momento del massacro, nel campo c’erano tra i 5.000 e i 10.000 cadetti disarmati. I jihadisti hanno preso di mira sciiti e non musulmani da giustiziare.