Il re del Marocco, Mohamed VI, ha sottolineato domenica, in occasione dell’anniversario della Marcia Verde che diede inizio all’occupazione marocchina del Sahara spagnolo nel 1975, che il processo di «consolidamento» della «marocchinità» del Sahara è in una «fase cruciale».
«Quest’anno celebriamo il 47° anniversario della Marcia Verde in un momento in cui il processo di consolidamento della marocchinità nel Sahara è entrato in una fase cruciale», ha dichiarato Mohamed VI nel suo discorso, pubblicato dall’agenzia di stampa ufficiale marocchina, MAP.
Il monarca alawita ha sottolineato la «gloriosa epopea» che ha portato alla «liberazione» delle «terre saccheggiate». «D’ora in poi, le marce che stiamo portando avanti senza sosta mirano a garantire le condizioni di una vita dignitosa ai cittadini marocchini, in particolare in questi territori che amiamo tanto», ha assicurato.
In questo senso, ha indicato una visione «che combina l’azione politica e diplomatica con la promozione dello sviluppo socio-economico e umano della regione» e ha citato come esempio il Programma per lo sviluppo delle Province del Sud – il nome ufficiale dell’ex Sahara spagnolo – annunciato nel 2015.
Mohamed VI ha ricordato che si tratta di un programma finanziato con 77 miliardi di dirham (più di 7 miliardi di euro) «destinato ad avviare una reale dinamica economica e sociale nella regione». «La sua vocazione è quella di stimolare la creazione di posti di lavoro in questi territori, di garantire un clima favorevole agli investimenti e di fornire loro le infrastrutture e le attrezzature necessarie», ha sottolineato.
Il monarca ha sottolineato che, a sette anni dal lancio del programma, è stato raggiunto un tasso di impegno vicino all’80% del budget stanziato. «Siamo molto soddisfatti dei risultati positivi ottenuti», ha sottolineato.
«La fedeltà allo spirito e al giuramento eterno della Marcia Verde esige che tutti i marocchini restino mobilitati e vigili per difendere l’unità nazionale del Paese, promuoverne il pieno sviluppo e rafforzarne l’attaccamento alla sua profondità africana», ha ribadito.
Mohamed VI ha dedicato una parte importante del suo discorso all’accordo firmato nel 2016 con la Nigeria per la costruzione di un gasdotto, di cui ha sottolineato i «progressi» compiuti.
«Il memorandum d’intesa firmato di recente a Rabat con la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS) e a Nouakchott con la Mauritania e il Senegal rappresenta una tappa fondamentale nel processo di attuazione del progetto», ha sottolineato. «Vogliamo che sia un progetto strategico al servizio dell’intera regione dell’Africa occidentale, la cui popolazione supera i 440 milioni di abitanti», ha ricordato.
«Si tratta di un progetto di pace, di integrazione economica africana e di sviluppo condiviso; un progetto per le generazioni presenti e future» e che «collega l’Africa all’Europa».
EX COLONIA SPAGNOLA L’ex colonia spagnola del Sahara Occidentale è stata occupata dal Marocco nel 1975 con la Marcia Verde, in seguito a un accordo di cessione firmato con Madrid e nonostante la resistenza del Fronte Polisario, che ha proclamato l’indipendenza della Repubblica Democratica Araba Saharawi (RASD).
Il cessate il fuoco del 1991 è stato firmato dal Marocco e dal Polisario con l’obiettivo di indire un referendum sull’autodeterminazione, ma le divergenze sulle modalità di redazione del censimento e sull’inclusione o meno dei coloni marocchini ne hanno finora impedito lo svolgimento.
Inoltre, il Polisario ha infranto il cessate il fuoco del 1992 a seguito dello sgombero degli attivisti saharawi dal valico di frontiera con la Mauritania a Guerguerat da parte delle forze militari marocchine nel novembre 2020. Rabat considera l’area tra la postazione e il confine mauritano come «terra di nessuno», mentre il Fronte Polisario la considera territorio proprio.
L’ultima battuta d’arresto per gli indipendentisti saharawi è stato il sostegno del governo spagnolo al piano di autonomia marocchino reso pubblico il 18 marzo in una lettera indirizzata al re alauita Mohammed VI, un cambiamento di posizione descritto come un tradimento dal Fronte Polisario, che ricorda che la Spagna è ancora «de jure» la potenza amministratrice del Sahara occidentale.