Il presidente colombiano Gustavo Petro, durante un incontro privato a Caracas martedì con il presidente venezuelano Nicolás Maduro, ha chiesto garanzie per le elezioni previste in Venezuela per il 2024.
Fonti colombiane citate da Radio Caracol hanno spiegato che Petro ha proposto un accordo di garanzie reciproche da portare al tavolo di dialogo con sede in Messico per avanzare nei colloqui e garantire i diritti di chi partecipa al prossimo processo elettorale.
L’incontro tra Maduro e Petro ha affrontato anche temi quali i diritti umani e la sicurezza bilaterale. Petro ha anche invitato Maduro a chiedere al Venezuela di aderire alla Corte interamericana dei diritti umani, richiesta alla quale il leader venezuelano si è detto ricettivo.
È stato inoltre confermato che Petro e i presidenti di Messico, Andrés Manuel López Obrador, Cile, Gabriel Boric, e Argentina, Alberto Fernández, si incontreranno a Parigi la prossima settimana sotto gli auspici del presidente francese, Emmanuel Macron, in qualità di facilitatori del dialogo tra il governo Maduro e l’opposizione.
Anche i rappresentanti del governo e dell’opposizione venezuelani potrebbero partecipare a questo incontro per affrontare la situazione e raccogliere proposte per riavviare i contatti in Messico e cercare una soluzione negoziata alla crisi politica venezuelana.
UN BLOCCO «MONOLITICO» CONTRO GLI USA L’ambasciatore colombiano in Venezuela, Armando Benedetti, ha confermato che Maduro ha promesso di valutare il possibile rientro del Venezuela nel Sistema interamericano dei diritti umani.
«C’è un punto che è molto importante e cioè che Petro va a Caracas e dice a Maduro di tornare alla Commissione interamericana per i diritti umani e lui, con nostra sorpresa, risponde che la rivedrà e la studierà», ha detto Benedetti in un’intervista al quotidiano colombiano «El Tiempo» pubblicata domenica.
Lo scopo di Petro nell’insistere in pubblico e in privato con la sua proposta a Maduro è quello di cercare di unire la regione e farne un «corpo monolitico» per affrontare e negoziare con le banche internazionali e «porre fine «* alla politica della droga imposta dagli Stati Uniti.
Durante l’intervista, Benedetti è stato consultato anche sulla questione della sicurezza delle frontiere, dopo che Petro ha denunciato che il contrabbando continua a passare attraverso i valichi di frontiera. Questo tema è stato il secondo punto più importante dell’incontro tra i due leader a Caracas.
«Petro è molto preoccupato per il fatto che il confine sia stato aperto e che le mafie continuino a controllare molti dei punti di passaggio (…). Sta pensando di cambiare almeno i funzionari. Non voglio accusare nessuno, ma da entrambe le parti ci sono funzionari che hanno collaborato con il contrabbando. È necessario apportare alcune modifiche al personale», ha indicato l’ambasciatore.
Benedetti ha sottolineato che «le frontiere devono essere strappate alle mafie» e per questo è necessaria una collaborazione tra i due Paesi nel settore della sicurezza.