
La Presidenza dell’Autorità Palestinese ha incolpato Israele per la recente recrudescenza delle tensioni e delle violenze nell’area e ha avvertito che la situazione potrebbe degenerare in «una grande esplosione» e in «un punto di non ritorno» con «conseguenze devastanti per tutti».
«Riteniamo il governo israeliano responsabile dell’escalation delle tensioni sul terreno contro il popolo palestinese e chiediamo all’amministrazione statunitense di mettere in atto ciò che si è impegnata a fare e di agire immediatamente per fare pressione su Israele affinché cessi i suoi crimini contro la popolazione palestinese», ha dichiarato il portavoce presidenziale palestinese Nabil abu Rudeina.
Ha chiesto alla comunità internazionale di fornire protezione ai palestinesi e ha invitato «tutte le forze popolari e gli attivisti a continuare ad affrontare il terrorismo dei coloni e i loro attacchi, protetti dall’esercito di occupazione», secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa palestinese WAFA.
Abu Rudeina ha denunciato che i palestinesi stanno affrontando «una guerra» a causa degli attacchi israeliani e ha sostenuto che «il continuo disprezzo per il popolo (palestinese) e la sua sicurezza è un fattore decisivo». «Non è accettabile permettere all’occupazione di guadagnare tempo per raggiungere i suoi obiettivi di distruzione del progetto nazionale palestinese», ha dichiarato.
Da parte sua, il primo ministro palestinese Muhamad Shtaye ha denunciato la «punizione collettiva» imposta dalle autorità israeliane alle città e alla popolazione palestinese nell’ambito delle operazioni di sicurezza e ha sottolineato che «non sarà accettata o tollerata».
Shtayeh, che giovedì si è recato nella città cisgiordana di Nablus con un gruppo di ambasciatori stranieri, ha nuovamente invitato la comunità internazionale a garantire la protezione della popolazione, ad attuare le risoluzioni ONU in materia e a «fermare l’occupazione e i suoi crimini».
«Vogliamo porre fine all’occupazione sulla base della legittimità internazionale e del diritto internazionale», ha affermato. «La comunità internazionale sta inviando un messaggio per fermare l’assassinio dei nostri bambini e il messaggio del nostro popolo è di pace, di ricerca di un domani migliore, che significa la fine dell’occupazione», ha aggiunto.






