
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è impegnato venerdì a inviare grano e fertilizzanti ad alcuni dei Paesi meno sviluppati del mondo, soprattutto in Africa, nell’ambito di un accordo per l’invio di navi dai porti ucraini.
«Faremo in modo che le navi con il grano raggiungano tutti i Paesi che ne hanno bisogno, a cominciare da Somalia, Gibuti e Sudan, che sono in difficoltà a causa di una grave crisi alimentare e della carestia», ha dichiarato.
Erdogan ha rivelato che in una conversazione con il suo omologo russo, Vladimir Putin, gli ha parlato della necessità di «inviare grano senza dazi» a questi Paesi. Secondo l’agenzia di stampa statale turca Anatolia, «siamo sulla stessa lunghezza d’onda su questo tema».
Il presidente turco ha anche attaccato la mentalità di percepire l’Europa come «un giardino» mentre il resto del mondo è «una giungla», in un apparente riferimento alle dichiarazioni in tal senso dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell.
«Non ci aspettiamo che coloro che portano avanti il colonialismo con nuovi modi e metodi adottino una postura di coscienza di fronte alle crisi», ha detto Erdogan, in seguito alla dichiarazione di Borrell di ottobre secondo cui «la maggior parte del resto del mondo è una giungla, e la giungla potrebbe invadere il giardino», per la quale si è poi scusato.
Le osservazioni del presidente turco sono giunte due giorni dopo che Mosca ha accettato di riattivare l’accordo raggiunto a luglio per la partenza delle navi cariche di grano dai porti ucraini nel contesto dell’invasione scatenata a febbraio su ordine di Putin.
Le Nazioni Unite e la Turchia hanno agito da mediatori prima della firma dell’accordo a luglio e anche durante l’attuazione degli impegni presi. Da parte sua, Erdogan ha avviato una nuova serie di contatti con le parti per cercare di raggiungere un accordo sull’estensione di questa misura.






