
Le autorità russe hanno condannato mercoledì la decisione della Moldova di espellere un dipendente dell’ambasciata russa a Chisinau come un ulteriore passo verso lo smantellamento delle relazioni bilaterali.
«La decisione di espellere il diplomatico russo è un’altra conferma del percorso delle attuali autorità moldave di smantellare la cooperazione russo-moldava, che ha un carattere multiforme e profonde radici storiche», ha dichiarato la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
Secondo il rappresentante russo, la Moldova è stata influenzata da agenti stranieri a prendere questa decisione, che fa parte di una «attiva campagna anti-russa» promossa sia dalle autorità «filo-occidentali» che dai media.
Zakharova ha accusato i media di diffondere senza fondamento l’idea che la Russia rappresenti una minaccia militare per la Moldavia e che possa interferire negli affari interni del Paese. «Questa esagerazione infondata non è supportata da alcun fatto», ha dichiarato.
«I suoi veri obiettivi sono quelli di distogliere l’attenzione dei cittadini dalla difficilissima situazione politica ed economica interna del Paese, che le attuali autorità di Chisinau non sono in grado di affrontare», ha dichiarato Zakharova.
Infine, ha concluso che la Moldavia sta gradualmente distruggendo i legami tradizionalmente amichevoli tra due Paesi vicini, piegandosi così agli interessi dei Paesi occidentali.
Lunedì il Ministero degli Esteri moldavo ha dichiarato un dipendente dell’ambasciata russa a Chisinau «persona non grata» per aver violato la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche.