
La Polizia Ministeriale Federale della Procura Generale messicana ha arrestato il responsabile della Pubblica Sicurezza dello Stato messicano di Guerrero quando sono scomparsi i 43 «normalisti» di Ayotzinapa, Leonardo Octavio Vázquez Pérez, è stato arrestato nello Stato di Nayarit.
Fonti federali citate dal quotidiano messicano «La Jornada» hanno indicato che il tenente in pensione Vázquez Pérez è stato messo a disposizione del terzo tribunale distrettuale in materia penale con sede a Toluca, nello Stato del Messico, e ricoverato nel Centro di riadattamento sociale numero 1, Altiplano, situato nel comune di Almoloya de Juárez.
Le autorità federali hanno arrestato anche Rodolfo Nava Ortiz, un ex ufficiale della polizia municipale di Huitzuco, anch’egli implicato nella sparizione degli studenti nel 2014, a Iguala, Guerrero.
Secondo le ultime indagini, l’ex agente ha partecipato all’aggressione contro i membri della squadra Los Avispones, che ha causato la morte del calciatore David Josué García Evangelista, della passeggera di un taxi, identificata come Blanca Montiel Sánchez, e dell’autista dell’autobus su cui viaggiavano i giocatori.
Entrambi avevano un mandato di arresto richiesto dalla FGR, legato ad accuse di criminalità organizzata derivanti da presunti legami con il gruppo armato Guerreros Unidos.
Si presume che Leonardo Octavio Vázquez Pérez abbia ricevuto 50.000 dollari al mese in cambio di protezione a questo gruppo e che il denaro gli sia stato dato da Felipe Flores, capo della polizia municipale di Iguala.
Rodolfo Nava Ortiz, insieme ad altri colleghi e ad Alejandro «El Cholo» Palacios, uno dei capi dei sicari e dei falchi dei Guerreros Unidos, avrebbe appoggiato gli attacchi contro i normalistas e i membri della squadra di calcio Los Avispones nella notte del 26 e nella prima mattinata del 27 settembre 2014.
Otto anni dopo la scomparsa degli studenti della Scuola Normale Rurale Isidro Burgos di Ayotzinapa, i parenti e i compagni degli scomparsi sono nuovamente scesi in piazza per protestare e chiedere giustizia.
La maggior parte ha insistito sul fatto che il presidente di allora, Enrique Peña Nieto, ha mentito e ha esortato l’attuale governo di Andrés Manuel López Obrador a «dire cosa è successo davvero ai normalistas».
I 43 studenti della Scuola Normale di Ayotzinapa, nello Stato di Guerrero, sono scomparsi nelle prime ore del 27 settembre 2014 nel vicino comune di Iguala durante una protesta contro le autorità locali.
La prima versione ufficiale fu che furono catturati dall’organizzazione criminale Los Rojos, nell’ambito di un regolamento di conti tra gruppi rivali, e che gli uomini armati li uccisero e bruciarono, gettando i loro resti nella discarica di Cocula, fatti poi smentiti da una nuova indagine.
Nel settembre 2020, un’ultima indagine della Procura generale ha esaminato negligenze e irregolarità presumibilmente commesse dalle autorità del precedente governo dell’ex presidente Peña Nieto. Questa nuova indagine suggerisce che i giovani sono stati inseguiti e uccisi dalla polizia municipale.






