
Il ministro dell’Interno britannico Suella Braverman ha ammesso, in una lettera inviata lunedì al Comitato ristretto per gli affari interni, di aver violato i protocolli di sicurezza in sei occasioni in un contesto particolarmente delicato a causa del fallimento della politica economica che ha portato alla partenza dell’ex primo ministro britannico Liz Truss.
«Ho inviato documenti ufficiali dalla mia e-mail governativa al mio indirizzo e-mail personale in sei occasioni», ha spiegato Braverman, che, dopo essersi dimesso per aver ammesso una prima infrazione, è tornato come segretario agli Interni sotto il nuovo premier, Rishi Sunak.
In questo modo, dopo essersi nuovamente scusata per queste infrazioni, che l’hanno portata a dimettersi a metà ottobre, si è giustificata dicendo che il motivo per cui inviava queste e-mail sul suo telefono personale era che a volte teneva riunioni virtuali o colloqui legati al suo lavoro mentre era in viaggio.
«Non era possibile utilizzare un unico dispositivo per condurre le riunioni e leggere i documenti allo stesso tempo», ha dichiarato, aggiungendo che «occasionalmente ed eccezionalmente» ha utilizzato questo metodo per poter leggere i documenti per «condurre affari essenziali».
Braverman ha lasciato il gabinetto di Liz Truss il 18 ottobre, appena due giorni prima che il capo del governo annunciasse la propria partenza. Il ministro ha poi attribuito le sue dimissioni a un «problema burocratico» dopo aver riconosciuto di aver inviato «parte di un impegno politico» sulla migrazione a un altro parlamentare dalla sua e-mail personale.
Il ministro dell’Interno si è dimesso dopo aver precisato che il destinatario dell’e-mail era un membro «fidato» del Parlamento, anche se ha sottolineato che il modo in cui queste informazioni sono state trasferite era «una violazione tecnica delle regole».
Braverman ha anche accennato al fatto che l’esecutivo britannico sta attraversando un periodo «tumultuoso» e che nutre «preoccupazioni» sulla direzione del governo dell’ex ministro Truss che, a suo dire, non ha mantenuto «promesse fondamentali», soprattutto in materia di migrazione.
Ha sottolineato l’importanza di ammettere gli errori e di farsi da parte, senza aspettare che i problemi si risolvano «magicamente», lasciando intendere che l’allontanamento aveva una forte componente di disagio nei confronti della gestione di Truss, cosa che Braverman non ha mai riconosciuto.
Il ministro dell’Interno ha anche generato polemiche dopo aver assicurato che il suo «sogno», la sua «ossessione», era vedere un aereo che deportasse i richiedenti asilo nel Regno Unito in Ruanda, in relazione alla misura migratoria con cui Londra intende inviare nel Paese africano coloro che arrivano irregolarmente nel Paese, mentre decide cosa fare delle loro domande.






