
Circa 70 persone sono state arrestate in Egitto alla vigilia della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP27, hanno dichiarato domenica alla dpa fonti della sicurezza.
Le fonti affermano che le forze di sicurezza hanno ripetutamente richiesto documenti d’identità ai pedoni in città e hanno perquisito arbitrariamente i loro telefoni cellulari.
L’avvocato per i diritti umani Mohamed Ramadan ha dichiarato al portale di notizie «Mada Masr» che «centinaia» di persone sono state arrestate arbitrariamente nella città costiera di Alessandria. Il contesto è caratterizzato da appelli alle proteste nel Paese l’11 novembre.
La conferenza COP inizierà il 6 novembre nella località egiziana di Sharm el Sheikh. I rappresentanti di circa 200 Paesi vi trascorreranno due settimane per discutere su come limitare il riscaldamento globale.
Le proteste degli attivisti per il clima, ad esempio, sono consentite in un’area appositamente designata accanto al centro congressi, ma tutte le altre manifestazioni sono di fatto vietate in Egitto.
Da giorni circolano sui social media appelli a protestare l’11 novembre, durante la COP. Uno di coloro che invitano alle proteste su Twitter parla di «ultima possibilità di salvare l’Egitto».
È circolato anche un hashtag con la scritta «Tutti noi contro Sisi», in riferimento al presidente Abdelfatá al Sisi. In precedenza si era parlato anche di una «rivoluzione climatica» prevista per l’11 novembre.
Quel giorno, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden dovrebbe partecipare all’incontro. Anche l’ambasciata statunitense al Cairo ha segnalato l’esistenza di manifestazioni.
Al Sisi è salito al potere nel 2013 dopo un colpo di stato militare e da allora governa il Paese con il pugno di ferro. Non esiste un’opposizione politica seria, la libertà di parola e di stampa è stata massicciamente limitata da allora.
Gli attivisti per i diritti umani hanno ripetutamente denunciato gravi violazioni da parte delle forze di sicurezza, tra cui torture ed esecuzioni extragiudiziali. Il governo ha promesso miglioramenti, ma organizzazioni come Amnesty International continuano a descrivere la situazione dei diritti umani come catastrofica.






