
La maggioranza dei membri della Corte Suprema Federale (STF) del Brasile ha votato giovedì per riprendere i finanziamenti al Fondo Amazzonico per riattivare le risorse per la conservazione della foresta pluviale entro 60 giorni.
Il STF risponde con questa richiesta di riattivazione in un processo sulla rivendicazione al governo brasiliano, da parte dei partiti di opposizione, della disponibilità di fondi che dovrebbero finanziare progetti per la conservazione dell’Amazzonia.
Secondo il dibattito giudiziario, ci sono circa 3 miliardi di real brasiliani (circa 562.500 euro) in contanti in un fondo che è stato paralizzato dal 2019, riporta il quotidiano brasiliano «Folha de S.Paulo».
Il governo di Bolsonaro ha sospeso il piano estinguendo il Comitato di orientamento collegiale (COFA) e il Comitato tecnico (CTFA), che facevano parte del fondo. Questa situazione rende impossibile investire in progetti per combattere la deforestazione e gli incendi nella regione.
I magistrati ritengono che l’eliminazione di una politica finanziaria di successo nella lotta al degrado ambientale, senza presentare un’alternativa equivalente, violi il principio costituzionale che vieta la regressione dei diritti fondamentali.
Finora, quest’anno, l’area di foresta distrutta in Amazzonia – da gennaio a settembre – ha raggiunto i 9.069 chilometri quadrati, quasi otto volte la dimensione della città di Rio de Janeiro, secondo l’Istituto dell’uomo e dell’ambiente dell’Amazzonia (Imazon).
Il Fondo per l’Amazzonia, creato nel 2008, mira a finanziare programmi che preservino la foresta e ne promuovano lo sviluppo sostenibile.






