
Il governo statunitense ha annunciato venerdì sanzioni contro la Fondazione Jordan 15 dell’Iran, un’organizzazione storica legata alla Rivoluzione guidata dal defunto Ayatollah Khomeini, per aver offerto una ricompensa per l’assassinio dello scrittore britannico Salman Rushdie, ora in convalescenza dopo un attentato che lo ha ferito gravemente.
La fondazione semi-ufficiale, che prende il nome dall’omonima protesta contro l’arresto di Khomeini nel 1963, è stata dichiarata dagli Stati Uniti «patrocinatore del terrorismo» per aver offerto nel 1997 una ricompensa di 2,2 milioni di euro per l’uccisione di Rushdie in virtù di una fatwa ordinata dall’ayatollah contro lo scrittore per la pubblicazione nel 1988 del suo libro «I versetti satanici», considerato dalle autorità un atto di blasfemia.
Rushdie, che ha trascorso decenni sotto protezione da possibili attacchi, è stato vittima di un grave attacco con coltello il 13 agosto durante una presentazione nello stato di New York. Secondo il suo agente, lo scrittore 75enne ha perso un occhio e la mobilità di una mano a causa di danni ai nervi.
«L’infame fatwa aveva lo scopo di incitare al terrorismo e alla violenza, di causare la morte di Rushdie e di coloro che gli erano vicini e di intimidire gli altri», si legge nella dichiarazione del Dipartimento di Stato, che ha condannato l’attacco allo scrittore come un «assalto alla libertà di espressione e un atto di terrorismo».
Per tutti questi motivi, il governo statunitense ha dichiarato la fondazione iraniana «patrocinatrice del terrorismo» in un comunicato in cui ricorda come «diversi traduttori e partner commerciali sono stati uccisi o gravemente feriti a causa di questo incitamento», in riferimento alla fatwa, «così come decine di civili innocenti».
«L’azione di oggi è un altro chiaro segnale che non resteremo inerti di fronte al terrorismo», conclude il governo statunitense.