
L’Istituto polacco per la memoria nazionale (IPN) ha dichiarato giovedì che sta rimuovendo i monumenti eretti in onore dell’Armata Rossa dell’Unione Sovietica in quattro città, in linea con altri Paesi che si sono affrettati a eliminare tali tributi in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia otto mesi fa.
Il capo dell’organizzazione, Karol Nawrocki, ha giustificato la rimozione di queste statue come parte di una politica volta a eliminare ogni residuo del passaggio dell’Armata Rossa attraverso la Polonia, la cui capitale, Varsavia, fu raggiunta il 17 gennaio 1945, ponendo fine al dominio nazista.
«Sottolineiamo che non possiamo assolutamente tollerare alcuna forma di commemorazione del regime totalitario comunista e delle persone che lo hanno servito», ha sottolineato Nawrocki durante lo smantellamento di uno di questi monumenti nella città meridionale di Glubczyce.
In questo caso, si tratta di un obelisco con la scultura di un soldato sovietico eretto nel 1945 in uno dei parchi della città per commemorare i soldati dell’Armata Rossa caduti nella lotta contro i nazisti nel quartiere di Glubczyce.
Nawrocki ha affermato che tali monumenti non sono solo «simboli» del sistema che dopo il 1945 «ha soggiogato mezza Europa» e «ha assassinato i lavoratori polacchi e l’opposizione anticomunista», ma oggi «ispirano» anche i leader della Russia di oggi, «che sono responsabili della guerra in Ucraina».
Per Nawrocki la rimozione di questi tributi va oltre il simbolico, poiché ha anche un significato educativo, in quanto «sono monumenti alla gloria di soldati che dovrebbero essere condannati» e «le generazioni successive rimangono in una profonda ignoranza» sulla «schiavitù» presumibilmente esercitata dall’Armata Rossa.
Oltre a quello di Glubczyce, giovedì sono stati rimossi altri tre monumenti, uno dei quali nella vicina città di Byczyna e altri due a Bobolice (nord) e Staszow (sud). Secondo l’IPN, dei 500 monumenti commemorativi eretti in segno di gratitudine durante il passato sovietico, circa 30 sono ancora in piedi.
Da allora il destino di tutti questi monumenti è stato contrastante. Alcuni sono stati vandalizzati prima della demolizione, mentre altri sono stati conservati nei musei per il loro valore storico. Nel caso dei cimiteri sovietici, sono ancora in piedi grazie ai finanziamenti statali.