
Il commissario per gli Affari interni Ylva Johansson ha proposto giovedì condizioni più severe per l’esportazione e l’importazione di armi da fuoco per evitare che dispositivi non autorizzati raggiungano i civili europei, proponendo inoltre di semplificare la burocrazia per i produttori, i venditori e i clienti di armi legali.
Bruxelles stima che ci siano più di 35 milioni di armi da fuoco illegali nell’UE, dove circa 630.000 armi sono elencate come rubate o perse nel Sistema d’Informazione Schengen, e avverte che l’uso di questi dispositivi da parte di bande criminali «minaccia» le società europee.
«La sicurezza interna dell’UE per ridurre l’uso e il traffico illegale di armi da fuoco deve basarsi su una buona cooperazione di polizia, su una buona intelligence e su procedure trasparenti», ha dichiarato Johansson durante un’audizione a Bruxelles per illustrare i dettagli della sua proposta.
Le idee di Johansson per la revisione della direttiva includono l’introduzione di standard tecnici più severi, in modo che le armi di allarme e di segnalazione – progettate per sparare solo colpi a salve, pirotecnici o gas lacrimogeni – non possano essere convertite in armi «letali», nonché la creazione di un elenco di quelle «non convertibili».
Bruxelles vuole anche dare un giro di vite ai componenti semilavorati delle armi da fuoco, in modo che possano essere importati solo da rivenditori autorizzati, nel tentativo di ridurre la presenza di armi «fantasma» che arrivano nell’UE senza essere registrate.
«Si tratta di dispositivi che non sono considerati armi da fuoco e che possono essere facilmente importati e poi assemblati nell’UE, come ad esempio quelli utilizzati negli attacchi al Bataclan e a Charles Hebdo (a Parigi)», ha dichiarato Johansson.
Se le nuove norme, che saranno ora oggetto di negoziati tra il Parlamento e il Consiglio, saranno approvate, le armi da fuoco considerate più pericolose dovranno avere un certificato che attesti che l’acquirente è il destinatario finale e non intende trasferirle a terzi.
Un altro elemento chiave della riforma è l’introduzione di controlli più severi sulle autorizzazioni al commercio di armi da fuoco, in modo che le autorità nazionali debbano verificare, prima di rilasciare un permesso, se alla persona che lo richiede sia stata rifiutata tale autorizzazione in un altro Stato membro. Per accelerare questo processo, Bruxelles vuole che gli Stati membri condividano le informazioni sui permessi negati con gli altri partner dell’UE.
Il Commissario ha aggiunto che, oltre allo sforzo di inasprire le regole contro il commercio illecito, i servizi dell’UE vogliono anche «facilitare la circolazione di coloro che viaggiano legalmente con le armi, ad esempio per mostre o competizioni sportive, semplificando le procedure burocratiche», motivo per cui stanno proponendo anche diverse modifiche normative per ridurre e velocizzare la burocrazia nel settore.






