
Il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha chiesto venerdì alle autorità della Bosnia-Erzegovina «unità d’azione» per «approfittare del vento di cambiamento» nella politica di allargamento dell’Unione europea e fare progressi nell’integrazione con il blocco, dopo che Bruxelles ha approvato la concessione dello status di candidato al Paese balcanico.
In un discorso pronunciato da Sarajevo, nell’ambito del suo tour nei Balcani, la leader dell’Esecutivo comunitario ha sottolineato che questi sono «tempi di rapidi cambiamenti» in Europa e ha invitato a sfruttare il nuovo corso della politica di integrazione, con l’apertura dei negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l’Albania e il riconoscimento della Moldavia e dell’Ucraina come Paesi candidati.
«C’è un nuovo slancio, un vento di cambiamento, che avvicina la famiglia europea e ora è il momento che anche la Bosnia faccia un passo avanti», ha sottolineato, riconoscendo che un anno fa sarebbe stato «impossibile» pensare che la Bosnia sarebbe stata così vicina a raggiungere lo status di candidato e insistendo sul fatto che se la Bosnia troverà «unità d’azione» non ci sarà «nulla» a trattenerla.
Appena due settimane fa, il leader dell’UE ha annunciato la proposta di concedere lo status di candidato alla Bosnia, in un discorso alla Conferenza degli ambasciatori dell’UE. Questa candidatura è «basata sull’intesa che saranno compiuti una serie di passi», riferendosi alle riforme nel settore giudiziario, alla lotta contro la corruzione e ad altre che sono in sospeso.
In questo modo, Bruxelles segue la linea tracciata dai leader dell’UE-27, che al vertice di giugno hanno sottolineato l’importanza di sbloccare l’adesione dei Balcani all’UE e hanno deciso di dare un chiaro segnale di sostegno alla regione nel bel mezzo della guerra in Ucraina. Durante l’incontro sono stati compiuti progressi nell’apertura dei negoziati su Albania e Macedonia, oltre alla questione della Bosnia-Erzegovina, un Paese il cui percorso europeo è subordinato a un’agenda di 14 riforme politiche e democratiche fissate dalla Commissione europea nel 2019.
Nel suo discorso, la Von der Leyen ha riconosciuto che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha un’importante risonanza nei Balcani e soprattutto in Bosnia-Erzegovina. «Putin non solo ha lanciato un assalto alle regole internazionali di base che hanno garantito la pace in questo Paese dal 1995, ma sta anche avendo un impatto economico diretto su tutta la popolazione della Bosnia-Erzegovina», ha dichiarato.
Egli ha sostenuto che la soluzione migliore a questa sfida è «una cooperazione ancora più stretta con l’UE». «Questo è nel suo interesse immediato e lo avvicinerà anche al nostro mercato unico e all’appartenenza alla nostra Unione», ha dichiarato.






