
Martedì in Francia è iniziata una nuova giornata di scioperi e manifestazioni contro la riforma delle pensioni promossa dal governo, senza incidenti di rilievo ma con complicazioni nei trasporti e blocchi in centinaia di centri scolastici.
Ancora una volta, i grandi sindacati si sono uniti per cercare di ripetere il successo del 19 gennaio. Il governo ha mobilitato 11.000 gendarmi e poliziotti – un migliaio in più rispetto al primo giorno di sciopero – in previsione delle oltre 200 manifestazioni indette nelle principali città del Paese.
I sindacati protestano contro una riforma che, tra le altre misure, prevede l’innalzamento dell’età pensionabile a 64 anni. Le associazioni dei lavoratori lo considerano ingiusto, mentre per il governo e il presidente Emmanuel Macron si tratta di cambiamenti necessari che, in realtà, arrivano in ritardo rispetto al quadro europeo.
«Se il governo non cambia, ci saranno conseguenze», ha avvertito il segretario generale della Confederazione Generale del Lavoro (CGT), Philippe Martinez, in un’intervista a BFM TV. Martinez, che ha accusato il Primo Ministro, Elisabeth Borne, di aver usato un tono «provocatorio» escludendo modifiche agli assi principali della riforma.
Martinez non esclude un terzo giorno di proteste, in attesa di vedere come si evolveranno quelle di martedì, con Parigi al centro dell’attenzione. Secondo un rapporto confidenziale di Franceinfo, le autorità si aspettano da 1 a 1,2 milioni di manifestanti in totale.
CRITICA DELL’OPPOSIZIONE La riforma non piace nemmeno all’opposizione politica, sia a destra che a sinistra di Macron. L’ex candidato alla presidenza di La France Insoumise (LFI) Jean-Luc Mélenchon ha sottolineato su Twitter che la manifestazione di martedì «non è un giorno normale», ma rappresenta la spinta di una cittadinanza che «difende il proprio diritto a un’esistenza umana contro la casta e il suo governo».
Per il sindaco di Parigi, la socialista Anne Hidalgo, le modifiche al sistema pensionistico anticipano «una regressione ingiusta e brutale». «Di fronte alla distruzione sistematica delle nostre conquiste sociali, non ci rassegneremo mai», ha proclamato Hidalgo, che ha chiuso il municipio in segno di «solidarietà».
Fonte: (EUROPA PRESS)






