
La Corte costituzionale del Benin ha respinto sabato la petizione presentata dal partito di opposizione, i Democratici, per ottenere il verbale delle elezioni legislative tenutesi l’8 gennaio in vista di una loro eventuale contestazione, visti i dubbi del partito sulla legalità delle elezioni nonostante il buon risultato ottenuto dopo tre anni di assenza dalle urne.
Il partito dell’ex presidente Thomas Boni Yayi è stato il terzo partito più votato, ottenendo il 24% dei voti, che si traduce in 28 dei 109 seggi del parlamento beninese. Tuttavia, gli oppositori sospettano che il loro risultato non corrisponda alla realtà, secondo quanto spiegato dal partito al portale Beninweb.
Per questo motivo, giovedì scorso il partito ha chiesto all’Alta Corte di ordinare espressamente la consegna di copie dei verbali delle elezioni; richiesta respinta dal tribunale con la motivazione che i verbali delle elezioni non sono essenziali per preparare un eventuale ricorso che gli oppositori potrebbero voler presentare.
Allo stesso modo, la Corte costituzionale non ha ravvisato alcuna prova nelle accuse dei Democratici di un possibile impedimento all’accesso a questi documenti.
Uno dei vicepresidenti del partito, Alassane Tigri, ha deplorato a Radio France Internationale (RFI) la decisione della Corte costituzionale come «un’occasione persa per dimostrare la trasparenza» di un’elezione segnata dalla grande vittoria dell’Unione Progressista per il Rinnovamento (UPR) del presidente Patrice Talon.
L’UPR è così uscita vittoriosa da un’elezione vista come un test di popolarità a tre anni dalle elezioni presidenziali; un’elezione in cui Talon sarà obbligato a cedere il potere, avendo completato il numero massimo di mandati costituzionali.
Fonte: (EUROPA PRESS)






